SPOSO MIO ARUBATO

Alcuni giorni dopo l’omicidio del maestro elementare Francesco Del Corchio[1], finalmente a qualcuno viene l’idea di perquisire la sua borsa, così spunta una lettera scritta dalla moglie e recapitatagli poche ore prima di essere assassinato.
Da casa, 19 maggio 1910
Sposo Mio Arubato dalli latri della Acroce maledetta 
Questa notte non si dorme da nessuno per il fatto della cometa ma ci annuzzia che dobiamo morire ma io non tengo nessuna paura avissi morto piacere di morire, tu sposo moriste contento se si morra veramente che imbece di morire abracciato con i tuoi figli e la martire sposa, si abraciato con la grandissima Signora della Mollame dopo tante preghiere e voti alla Madonna per ricupararti sarvo dall’america adesso ti o perduto per una cosa così inserbibile che tu non era desideroso. Basta passiamo avanti, la corpa non e tua ma tu sei inciotato che diavolo ti anno fatto che non era una bellezza che tipoteva affascinare anzi una cosa insignificante e nominata da tutti. Tu ciai dato lurtimo adio, mi dici che se in casa parva e non a vellegiatura questo non lo credo tutto altro mi credo. Mi scrivi da nascosto dalla signora ne porti tutto questo timore e di me, non dico come moglie, epur mi ai goduto 18 anni non ne ai avuto nessuna sugezzione o rimorso al cuor di farmi tutte queste angherie pure fino all’urtimo giorno in campagna mi maltratti dinansi alla Signora per darci grazia inbece di chiedermi scusa e il mio cuore tenero ancora non a voluto farti del male ma tu traditore e sconoscente il giorno 27 ti devi trovare a paola dal Ispettore il posto telanno torto ma questo dispiacere a me mi sotterra; ai voluto per dare il tuo pane e il pane dei tuoi figli per non sentire i consigli di tua moglie che non era il caso di scappare la signora con questo bollore mentre tu ti dovevi o ricuperare primo il posto e poi con il tempo si ne parlava del futtistero che tu non eri desideroso. Basta, Idio ti benedice finisco non mi rege la testa piu questo è stata la mia sventura e il mio sangue troppo amaro verso di te. Finisco salutandoti mi segno la tua sposa sempre Martire[2] Maria
Dammi notizia che dice questa lettera e ritirate, credo che la festa ti avrà abastato e soverchiato adesso ti dovessi rigettare i tuoi affari serio.[3]

 

[1] La lettera che vi propongo fa parte della storia “IL MAESTRO ELEMENTARE – leggi la storia”. Può essere letta come una storia a sé stante ma sarebbe meglio, se non la ricordate bene, ridare un’occhiata alla vicenda del maestro Del Corchio così da poterla inserire in quel contesto.
[2] Martire non è il cognome di Maria ma è inteso nel senso letterale del termine. Nda.
[3] ASCS, Processi Penali.

 

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