STORIE DI BIMBI STRAPPATI DAL VENTO di Matteo Dalena

Cosenza, 5 giugno 1903. Adelina è uno scricciolo di bimba, tra gli ultimi nati del lungo Ottocento. Ora, che di anni ne ha tre e mezzo, gioca coi mulini e con essi il vento. Papà Antonio Panza, mulinaro di Caricchio le ha parlato a lungo di “Cerzaˮ (Quercia) gigante con le pale da cui dipende zuppa e fortuna. In quell’estremo lembo di città falcidiato da febbri e mal d’aere e col torrente Caricchio ridotto a immane cloaca, la primavera è ancora fresca, gravido il mattino di travaglio o schiamazzo. E gira, gira forte Cerza, sotto un vento che tutto china. Adelina è sola a trastullarsi in stradella, il vecchio mulino ne è custode. Basta un attimo e un’urlante folata strappa la bimba alla terra e ai suoi giochi.

«Adelina, spinta da un forte colpo di vento, precipitò dall’altezza di quattro metri sul piano sottostante, riportando commozione cerebrale». Trovata dalla madre che sola trovatasi in casa, alla vista della figluola conciata a quel modo, si dié a piangere disperatamente. Raccoltala fra le braccia, Teresa l’adagia sul letto e singhiozzando corre piangendo sciagura. U dutture Fazio che nel dispensario poco lontano tutto risolve con zollette e chinino, è davanti alla bimba a prestarle le prime cure: «Tutto tornò inutile perché, dopo poche ore, la poverina cessò di vivere». Nel chiuderle gli occhi, l’umano Fazio versa una lacrima. Giunto sul posto per le indagini di rito, il delegato Dinapoli «constatato trattarsi d’una disgrazia puramente accidentale» si dilegua di gran fretta verso la Cerza dalle grandi pale ora ferme.

MORIRE D’ACCIDENTE | Tra le spigolature di cronaca di un giornale d’inizio Novecento, nello spazio di una manciata di battute, va in scena la vita ma spesso la morte. Esistenze brevi che la carta affida al verbo garbato del cronista, degne di appena una nota, poi di silenzio. La Cronaca di Calabria, periodico diretto dal giovane Luigi Caputo, è così l’unica testimone de’ luttuosi fatti di piccoli cosmi. Storie di sassate innocenti e letali sul greto del Crati. Qui, divisi in bande, i monelli di colle Triglio si danno la caccia simulando le grandi battaglie che fecero l’Italia unita. Nell’ottobre del 1903 in piazza del Carmine un asino lasciato incustodito davanti al portone dei Ferraro scalcia violentemente Zaccaria Silvestro di anni otto. Il ragazzo è grave, tuttora in pericolo di vita attesta il dottor Serra [il non aver ritrovato l’amaro seguito tra le pagine della Cronaca, pur parzialmente ci rincuora, nda]. Si muore soprattutto per trastullo da Portapiana allo Spirito Santo. E’ un pomeriggio di fine agosto del 1903 ma il focolare di Francesco Gallo è ancora acceso. Maria ha solo sei anni e un mostro davanti: «Senza che lì per lì se ne accorgesse, le si attaccò il fuoco alle vesti, riportando gravissime ustioni in tutto il corpo. La detta bambina fu invasa dalle fiamme ma nessuno poté arrecarle aiuto, trovandosi sola». Nonostante le doviziose cure del dottor Rodi, la piccola Maria cessa di vivere nelle ore successive «nello spasimo indescrivibile di dolori atrocissimi».

GIOVANI RIVOLTELLE | Maledette siano le armi. Nella Cosenza d’inizio Novecento sono la voce della forza ch’è malavita. Ma rappresentano la sicurezza di tante famiglie risolute nel delegare a carabine e revolver la propria incolumità. Le pagine della Cronaca di Calabria sono ancora testimoni di un fatto incredibile. Al liceo “Telesio” la maturità 1900-1901 è gravemente turbata da una immane tragedia. Alla fine di maggio lo studente ginnasiale Luigi Funari recatosi in casa del compagno di scuola e parente Alfredo De Franco, maneggiando imprudentemente la rivoltella del padre colpisce e uccide il giovane amico sotto gli occhi attoniti del fratellino Isidoro: «La grave sventura segnerà enormemente questo anno scolastico ormai al tramonto», commenta il preside Nicola Arnone insieme ai docenti Misasi e Tria: «Tanto lo sventurato morto quanto il disgraziato involontario omicida erano due bravissimi giovani, scolari esemplari e si volevano un bene dell’anima».

Per Approfondire: Cronaca di Calabria, periodico fondato e diretto da Luigi Caputo, annate 1901 (maggio), 1903 (giugno-ottobre).

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