Luisa ha quindici anni, è carina e appartiene a un’ottima famiglia di origini pugliesi. Il padre, Domenico, è un ex tenente della Finanza che ha deciso di stabilirsi a Cosenza. I figli, Luisa e Antonio, sono nati qui e non se la sente di farli andare via.
Luisa frequenta la scuola privata di Michelina Nicastro vicino al ponte di San Domenico. Ogni giorno la accompagna e la riprende la domestica di casa, Angela Capparelli. Sono meno di trecento metri ma Domenico Conte si sente più tranquillo se la figlia non rimane da sola, come invece è sola per tutto il resto della sua giornata perché non frequenta mai nessuno. Ogni tanto spia da dietro i vetri della finestra della sua camera il viavai di gente lungo Via XX Settembre.
Un paio di volte nota un giovanotto che fa strani gesti al suo indirizzo e addirittura si permette di volarle un bacio. Luisa sorride a così tanta audacia e il giovanotto chissà che cosa capisce, fatto sta che si mette in testa che ormai la ragazza è la sua fidanzata e lo va a sbandierare ai quattro venti.
Il giovanotto ha diciotto anni e si chiama Giuseppe De Fazio e non si può proprio dire che sia un bravo ragazzo. Un paio di anni prima, su suggerimento degli amici, aveva persino svuotato il portafogli del padre, titolare di una fiorente attività commerciale, ed era andato a spendersi i soldi a Napoli, dove si era beccato la sifilide. Poi, per completare l’opera, si è affiliato alla malavita.
Quando non è impegnato nelle sue attività illecite lo si può trovare a passeggiare sotto le finestre di Luisa a scacciare con minacce chiunque si azzardi a sollevare lo sguardo verso la finestra della ragazza. Riesce, addirittura, a diventare amico del fratellino undicenne di Luisa e a farsi invitare a casa Conte. Le vanterie a questo punto si sprecano e il giorno in cui si sparge la voce che Luisa è stata promessa in sposa ad un giovane altolocato, Giuseppe perde la testa. Ne parla ai suoi amici e convengono che bisogna fare qualcosa per evitare questo affronto.
Per prima cosa Giuseppe apposta il fratellino di Luisa. Sa che va a giocare ogni pomeriggio alla fine della Piazza d’Armi come moltissimi altri ragazzini. Lo aspetta lungo il Viale dei Platani e lo affronta:
– Io so che tua sorella deve sposare un certo don Paolino, ma ho preparato il revolver per ammazzarli tutti e due e se ne parlerai ai tuoi genitori io ti taglierò la faccia con questo rasoio – gli dice aprendogli un rasoio sotto il naso.
Dirlo o non dirlo al padre? È con questo dubbio che il piccolo Antonio se ne torna a casa. Ha paura e se ne sta zitto.
La minaccia è stata fatta. Ma che minaccia è se Luisa non lo deve sapere? Se il padre non ne è avvertito? Giuseppe e i suoi compari decidono che la ragazza merita una punizione.
– Si nu cachiallu – gli dicono all’unisono – nu curnutu un po’ stare ‘ntra a socia… ancuna cosa l’ham’i fa…
– Li tagliu ‘a faccia a sa zoccola – propone Giuseppe con gli occhi iniettati di sangue.
–Tu no. L’offesa a tia è offesa a tutti e quindi ‘a faccia ci l’hamu i tagliare nua… – sentenzia il capo – jettamu aru tuaccu, chini escia li taglia a faccia.
– Col vostro permesso – dice rivolgendosi al capo – u volissa fa iu…
– No! Tu si curaggiusu ma è na quistione ‘i principiu… l’offesa a unu è n’offesa a tutta a società, quindi c’ha di penzare ‘a società!
La mattina del 5 dicembre c’è il sole. Davanti al Distretto militare una folla di reclute attende di entrare per essere sottoposta alle visite mediche. Giuseppe De Fazio sta aspettando l’amico che proprio quella mattina dovrà vendicarlo, quando un moccioso gli porta ‘a mmasciata che non se ne farà niente perché l’amico ha avuto un imprevisto e non può andare all’appuntamento.
Non ci pensa su due volte. Si vendicherà da solo. Mette una mano in tasca e accarezza il rasoio che porta sempre dietro. Chiede l’ora a un passante. Non manca molto a che Luisa esca dalla casa di Michelina Nicastro. Si guarda intorno e decide di mischiarsi a un gruppo di reclute che sta sul margine della strada, proprio nel punto in cui, di solito, Luisa e la domestica attraversano la strada.
Quando la vede uscire dal portone, istintivamente mette la mano in tasca e impugna il rasoio: il contatto con l’arma fredda gli provoca un brivido. Guarda Luisa per l’ultima volta, bella com’è adesso ma come non sarà mai più. Respira profondamente e sente l’odio per la ragazza montare sempre più forte. Lei è a cinque metri, toglie il rasoio dalla tasca e lo tiene chiuso nel palmo della mano. Due metri: è il momento giusto, il rasoio si apre, uno spintone a una recluta e Luisa è davanti a lui. La guarda negli occhi e le sorride senza pronunciare alcuna parola. La lama scintilla al sole mentre fulminea apre uno squarcio nel bel viso di Luisa che, per qualche istante nemmeno si rende conto di ciò che le è accaduto. Ha sentito solo un lieve bruciore sulla faccia, si è toccata e si è sentita bagnata. Poi le urla della domestica e il sangue che schizza da tutte le parti le fanno capire che non sarà mai più come prima.
Giuseppe non si volta nemmeno indietro, passa il ponte di San Domenico, attraversa di corsa Piazza Valdesi e sparisce nei vicoli di Santa Lucia, inseguito soltanto dalle urla che lo indicano autore del ferimento.
Un paio di reclute si lanciano a soccorrere Luisa, la prendono in braccio e, correndo, la portano in ospedale. La diagnosi del dottor Felice Migliori è impietosa: ferita della regione nasale e guancia sinistra che ha leso, recidendola, la parete cartilaginea del naso per tutta la parte che sta rilevata sulla faccia, aprendone la cavità. Il taglio prosegue recidendo in tutto il loro spessore i tessuti molli della guancia fino all’orecchio sinistro. Tale lesione fu prodotta da rasoio. Non vi è pericolo di vita ma di deturpamento permanente.
De Fazio resterà a piede libero per qualche mese, poi verrà arrestato per altri reati e sconterà anche questo. [1]
Tutti i diritti riservati. ©Francesco Caravetta
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[1] ASCS, Processi Penali.
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