LO SCANDALO DEI FANGHI TERMALI

Il 9 aprile 1945 il dottor Raffaele Giordanelli di Cetraro deposita alla cancelleria della Procura di Cosenza un esposto con il quale denuncia l’impresa degli stabilimenti di cura delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese, di cui è Presidente l’ingegner Silvio Giannico. Il motivo? Pare che da qualche giorno grossi automezzi trasportano dalla spiaggia di Cetraro alle Terme Luigiane del fango prelevato dalle pozzanghere alimentate dalle piogge stagionali. E non sarebbe cosa da poco perché, secondo Giordanelli, a trasporto ultimato si calcola che circa mille quintali del detto fango avranno arricchito… doviziosamente le “fanghiere” delle Terme e tra un paio di mesi il fango sarà liberamente applicato sulle articolazioni malate dei sofferenti che affluiranno alle Terme, gabellandolo per fango medicinale, com’è stato fatto, purtroppo, anche nello scorso anno.

Beh, se tutto fosse confermato dalle indagini, scoppiarà uno scandalo che darà un colpo tremendo agli amministratori delle Terme Luigiane, ridotte al fine esclusivo dell’arricchimento ulteriore di già arricchiti soggetti, denuncia ancora Giordanelli, che continua: in tutta l’annata scorsa (1944. Nda) l’Impresa che gestisce le Terme ha perpetrato questa truffa, che quest’anno continua ad oltranza. Difatti, nelle “fanghiere” delle Terme Luigiane, che peraltro l’Impresa Giannico mantiene in modo primitivo e senza la dovuta attrezzatura, si sta scaricando la mota, laddove le fanghiere avrebbero dovuto contenere di già il fango medicinale, fango medicinale che non esiste affatto. Non solo: la stessa mota comune viene spedita pure ai richiedenti dall’Impresa Giannico, sempre come se vendesse fango medicinale ed assicurando che si tratta di questo.

Poi Giordanelli cita i nomi di diversi impiegati dell’Impresa Giannico come testimoni ed aggiunge che della truffa sono a conoscenza anche l’Ufficiale Sanitario di Acquappesa, l’ex Commissario Prefettizio di Acquappesa, l’attuale Sindaco ed anche la Guardia Municipale.

Stando così le cose, il Procuratore incarica immediatamente i Carabinieri di Guardia Piemontese di procedere con urgenza ad ascoltare i testimoni citati e ad esperire indagini approfondite.

Un mese dopo il Maresciallo Maggiore Augusto Eynard risponde al Procuratore:

la Ditta Giannico ha effettivamente prelevato del fango comune alla contrada Santa Maria di Mare di Cetraro, che ha fatto trasportare alle Terme ove, dopo essere lavorato, viene applicato agli ammalati, ma si tratterebbe di circa 500 quintali e non di 1.000. Poi trascrive gli interrogatori.

Pasquale Caruso, Guardiano Giurato delle Terme, racconta:

Fin dal 1942, per difetto di fango alle Terme Luigiane, il dottor Raffaele Giordanelli, allora addetto alla preparazione dei fanghi, ha consigliato di prelevare il fango dalle pozzanghere della contrada Santa Maria di Mare di Cetraro e, dopo averlo attentamente osservato, ha detto che era buono e quindi fin da allora si è integrata la deficienza con il fango prelevato dalle pozzanghere di Cetraro. Fango che poi è stato adoperato nel 1944 perché nel 1943 le terme non hanno funzionato per gli effetti delle azioni belliche. Il fango, dopo essere attentamente lavorato e fatto macerare in apposite vasche con le acque solforiche e alghe, viene poi messo in uso ed io, da profano, posso dire che ha dato ottimi risultati. Anche quest’anno è stato giocoforza prelevare fango sulla spiaggia di Cetraro, fango che verrà adoperato solo dopo che sarà preparato chimicamente come prescritto da disposizioni sanitarie, come ha riferito anche il medico provinciale

Hai capito il dottor Giordanelli, il traffico di fango comune lo avrebbe cominciato proprio lui!

Quando viene interrogato Antonio Caruso, l’elettricista delle Terme fin dal 1929 – ma ho sempre lavorato anche nella preparazione dei fanghi, ci tiene a precisare –, si scopre qualche altra magagna:

Fino al 1934 i fanghi sono stati prelevati nella zona delle Terme e prodotti da alluvioni. Qualche volta, sotto la direzione del dottor Giordanelli, si sono anche adoperati fanghi già usati dagli ammalati, ciò che a mio avviso era poco igienico. Tutti i fanghi sono buoni dopo essere stati lavorati chimicamente come prescritto. Essendo esauriti i fanghi nella zona delle Terme, è stato giocoforza prelevarli altrove. Questo fango, dopo essere lasciato per alcuni mesi in apposite vasche per la macerazione con acque solforiche, viene fatto prosciugare e dopo un’accurata cernita viene preparato con le alghe e rimesso nuovamente nelle vasche con acque solforiche. Viene nuovamente cernito con appositi setacci e, prima dell’applicazione, riscaldato a bagno maria.

Si resta sconcertati: possibile che Giordanelli sia stato così incauto da denunciare la truffa, sapendo di esserne stato l’ideatore? No, qualcosa non quadra. Vedremo.

Il Sindaco di Acquappesa, Mario Mollo, sembra cadere dalle nuvole:

Per sentito dire dalla popolazione, ho saputo che la Società Anonima “Terme Luigiane” ha fatto trasportare alle terme del fango prelevato a Cetraro – poi sembra riacquistare la memoria e lancia un altro affondo a Giordanelli –. È anche a mia conoscenza che fin dal 1934, quando le Terme erano gestite dalla società Gagliardi, della quale era consigliere delegato e direttore sanitario il dottor Raffaele Giordanelli, i fanghi venivano prelevati a Cetraro

L’ex Commissario Prefettizio del Comune di Acquappesa, Professor Dottor Santo Marasco, sembra essere stato l’unico, in passato, a prendere sul serio la faccenda:

Nel periodo in cui amministravo il Comune di Acquappesa in qualità di Commissario Prefettizio, e precisamente in data primo ottobre 1944, mi ero già premurato di rendere di conoscenza Sua Eccellenza il Prefetto di Cosenza che erano state denunziate irregolarità nella tecnica e composizione del fango. Di tali reclami è stato investito anche il Consorzio per le Terme, ma il Presidente, Commendator De Stefano, si è premurato di dare risposta alla Prefettura, senza rendere note le decisioni ai comuni interessati. Anche quest’anno, com’è notorio, il fango è stato prelevato dalle pozzanghere esistenti alla contrada Santa Maria del Mare, nei pressi della spiaggia, e trasportato alle Terme dalla Ditta Turco Luigi. È anche a mia conoscenza, per detto dello stesso medico nominato Direttore Sanitario delle Terme Luigiane nella stagione 1944 da parte della società diretta dall’Ingegner Giannico, che egli non aveva mai assistito alla preparazione dei fanghi usati durante la stagione.

Il primo testimone a non dire una parola su Raffaele Giordanelli. Poi viene chiamato il medico Condotto di Acquappesa, Dottor Domenico Marasco:

È notorio che la ditta Giannico sta trasportando una quantità di fanghi prelevati a Cetraro e prodotti dalle acque stagionali. Detti fanghi dovranno servire per la cura degli ammalati, mentre in un tempo passato venivano prelevati nella zona delle Terme ed erano di origine vulcanica e più adatte alle cure perché sottoposti anche ad un trattamento di mineralizzazione per oltre un anno, insieme alle alghe locali.

Il secondo a non nominare Giordanelli. Poi è la volta dell’Ingegner Salvino Cesario:

Nella stagione estiva 1944, trovandomi all’albergo gestito da Giuseppe Monterossi alle Terme Luigiane di Guardia Piemontese, ho avuto occasione di parlare con una signora della provincia di Catanzaro che si era ivi portata per le cure, la quale si lagnava perché i fanghi erano granulosi, mostrandomi anche la gamba che presentava irritazioni provocate dalla granulosità dei fanghi

A questo punto non si può fare a meno di notare che a tirare in ballo Giordanelli sono il Sindaco ed i dipendenti delle Terme, sicuramente sensibili alle pressioni del datore di lavoro, mentre i professionisti esterni nemmeno lo nominano.

Ma è ovvio che anche Giordanelli debba essere ascoltato:

I fanghi delle Terme sono stati a mio tempo studiati ed analizzati dall’Istituto Farmacologico dell’Università di Napoli, per cui appare opportuno fare ricorso allo stesso Istituto per chiarire tutto… – va bene, ma questi benedetti fanghi comuni li fece utilizzare o no? Non lo sappiamo perché non glielo chiedono. In ogni caso, la Procura decide di denunciare l’Ingegner Silvio Giannico per Commercio o somministrazione di medicinali scaduti, come recita l’articolo 443 del Codice Penale e decide anche di seguire il consiglio di Giordanelli, ordinando una perizia sui fanghi, sia quelli prelevati in contrada Santa Maria di Mare, sia quel poco che resta nelle vicinanza delle Terme Luigiane, ma non si rivolge all’Università di Napoli, bensì al Laboratorio Chimico Provinciale di Cosenza. I risultati a cui giunge il dottor Francesco Pisani, incaricato della perizia, sono a dir poco sconcertanti:

Le due argille, quella prelevata presso le Terme Luigiane e quella prelevata sulla spiaggia di Cetraro presentano caratteristiche di identità:

  1. Per la loro origine meccanico-chimica e di trasporto a mezzo delle acque alluvionali;
  2. Per la loro natura, essendo le due argille a tipo caolinico;
  3. Per la composizione chimica;
  4. Per la loro capacità di adsorbimento totale;
  5. Per il potenziale di ossido-riduzione determinato sia sul campione di fango prelevato presso le Terme Luigiane e con quella della spiaggia di Cetraro, unitamente alle alghe ed all’acqua termale sulfurea.

L’analisi dei fanghi, sia di quello prelevato presso le Terme Luigiane, che di quelli da noi preparati, ha fatto rilevare uguale composizione chimica.

Accidenti! Se il fango comune prelevato a Cetraro è identico a quello delle Terme, perché non aprire uno stabilimento anche a Cetraro? Scherzi a parte, sembra ovvio che se entrambi i fanghi sono uguali per composizione, il reato non esiste. Ma Pisani non ha ancora terminato la sua relazione:

Aggiungiamo, però, che la identità delle due argille non ci esime dal considerarle poco adatte alla preparazione del fango vegeto-minerale. L’argilla è il veicolo per l’adsorbimento dei Sali dall’acqua termo-minerale e, come tale, la sua capacità di adsorbimento totale dovrebbe avere dei valori molto diversi da quelli trovati. Il basso valore trovato <5 fa sentire la sua influenza sul potere di ossido-riduzione in quanto lo scarso adsorbimento dei Sali da parte delle argille, in contatto con le alghe, non favorisce l’equilibrio dei joni al massimo ed al minimo. L’analisi dei fanghi, ove solo a questa ci fossimo attenuti, nulla ci avrebbe detto in ordine al comportamento delle argille nella preparazione dei fanghi; era quindi necessario istituire delle ricerche fisico-chimiche che, oltre a rischiarare di nuova luce i vari processi di ordine fisico-chimico colloidale che si svolgono nelle diverse fasi di preparazione del fango vegeto-minerale, servissero ad eliminare buona parte di quell’empirismo su cui si è basata finora la tecnica della preparazione del fango vegeto-minerale.

È il 16 dicembre 1945 ed il caso viene archiviato con il proscioglimento in istruttoria dell’ingegner Silvio Giannico.[1]

Beh, il reato può anche non esserci, ma per tutti la figura di… fango resta!

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[1] ASCS, Processi definiti in Istruttoria.