LA VIA PIÙ BREVE PER EMIGRARE

È il 24 gennaio 1893 ed è notte. A Bologna tutti i clienti dell’Albergo Indipendenza dormono. Un uomo entra e sussurra qualcosa al portiere, il quale fa un cenno di assenso e poi gli indica il numero di una stanza. L’uomo sale le scale fino al primo piano e nella penombra cerca quel numero. Eccolo! Si ferma, si sistema a gambe larghe davanti alla porta, prende qualcosa dalla tasca e bussa. Dall’interno una bestemmia, poi il rumore soffocato di uno zolfanello che si accende e i passi che si avvicinano alla porta. Apre e ha un sussulto nel vedere quella figura ben piantata a terra

Chine siti? Chi voliti?

Lo zolfanello si spegne e l’uomo, che non ha bisogno di capire le parole pronunciate in dialetto calabrese perchè sa già cosa deve rispondere, ne accende un altro

– Questura di Bologna, favorite il passaporto per l’interno!

– Pa… passaporto? Non ne tengo documenti…

Il poliziotto sta per rispondere, quando dall’interno della stanza arrivano altre due bestemmie ed uno zolfanello accende una candela

– Quanti siete? Voialtri, favorite i passaporti!

– Non li abbiamo! Vogliamo dormire!

Il poliziotto irrompe nella stanza e intima ai tre che sono all’interno di vestirsi e seguirlo in Questura per accertamenti e magari dormiranno sui tavolacci fino all’arrivo del Delegato che li interrogherà. I tre eseguono, prendono le loro valigie e si avviano. In Questura vengono perquisiti e ad uno di loro vengono sequestrati una lettera ed un cestino di fichi secchi, tipo crocette.

La mattina, ad uno ad uno, i tre si accomodano davanti al Delegato, che sta leggendo la lettera sequestrata:

li, 21 gennaio 1893

Egregio Signore

Per mano del porgitore, giusto come vi ò promesso con laltra mia, viò spedito crocetti di fichi nociati N° 50 che vi consegnerà in un cestino e gradite manciarli per mio amore. Spedite le tre casse giusto l’ultima mia, due per Buenos Aires e laltra per New York esattamente e senza nessunissimo ostacolo di modificare sul prezzo da me scrittovi, mentre mi sono giunti da New York la gnianze che mi dicono essere stati obbligati a pagare di più del prezzo convenuto e perciò quindi restate pregato di non verificarse più simile inconvenienti. In attesa di pronte riscontro del buono andamento delle cose, salutovi, mi dico 1905

Poi chiede spiegazioni ai tre

– Mi chiamo Greco Gennaro di Luzzi, in provincia di Cosenza, e ho trent’anni

– Volevate emigrare clandestinamente?

– Si…

– Come mai?

– Perché non potevo ottenere il passaporto per l’America del Nord… New York… in quanto ancora soggetto agli obblighi del militare

– Bene, bene… e quindi vi siete rivolto a qualcuno che vi ha mandato a Bologna, da dove non si parte mica per le Americhe, ma, secondo quello che dice la lettera, dovevate andare a Chiasso in Svizzera e poi da lì… ditemi chi vi ha dato la lettera per Chiasso, chi è questo 1905?

– Non lo so… uno sconosciuto…

– Giovanotto, o mi dite chi vi ha dato i fichi e la lettera o non tornerete a casa tanto facilmente!

E Gennaro Greco non se lo fa ripetere ancora

Certo Toscano Pasquale, oste e subagente di emigrazione del comune di Rose, vicino al paese mio, il quale mi propose di emigrare e mi indirizzò a certo Oscar Schenker di Chiasso

– Quanto gli avete dato?

Per tale intromissione pagai a Toscano lire cento

Gli altri due, Antonio Rende ed Emiddio Scorza, entrambi di Luzzi ed entrambi ancora soggetti al vincolo militare, fanno più o meno la stessa dichiarazione e poi vengono messi sul primo treno in partenza verso la Calabria. Quando arrivano in paese corrono subito a Rose per parlare con Pasquale Toscano, temendo di avere conseguenze penali dalla faccenda bolognese, ma passano quasi due settimane senza che accada nulla ed i tre pensano che la cosa sia finita lì. Si sbagliano perché l’undici febbraio i Carabinieri bussano alle loro porte: devono chiarire i fatti davanti al Vice Pretore di Rose ed il primo ad essere ascoltato è il ventiduenne Emiddio Scorza

Sono io soldato di prima categoria ed il giorno ventidue ottobre scorso mi sono ritirato e da quell’epoca ho sempre cercato di emigrare per le Americhe, ma non ho potuto ottenere il passaporto. Nel mese di Novembre ultimo, essendomi recato per divertimento a Cosenza, vi trovai un forestiero di cui ignoro le generalità e parlando con lui mi disse che avrebbe lui fatto emigrarmi clandestinamente per mezzo di un suo amico residente in Chiasso, così quell’individuo sconosciuto mi diede una lettera ed un pacco di fichi che io avrei dovuto consegnare al suo corrispondente in Chiasso, il quale, poi, si sarebbe interessato di farmi partire per le Americhe. Ritornato a Luzzi, mia patria, e sapendo che altri due miei compagni, cioè Gennaro Greco e Antonio Rende erano pure soggetti al servizio Militare e che non potevano emigrare, dissi loro se volevano venire con me per emigrare clandestinamente; essi acconsentirono e nel giorno ventuno Gennaio ultimo partimmo dalla stazione di Bisignano e col treno seguimmo la linea di Sibari, Metaponto, Foggia, Ancona, Bologna; qui ci fermammo una notte all’albergo Indipendenza, ma mentre si dormiva venne una guardia travestita ed avendoci trovato senza passaporto per l’Interno ci ordinò di andare in Questura e quivi, tanto io che gli altri miei compagni, fummo interrogati da un Delegato di Pubblica Sicurezza, il quale mi sequestrò il pacco di fichi e la lettera. A quel Delegato io dissi che quella lettera mi era stata data da certo Toscano Pasquale, oste del comune di Rose, il quale mi aveva proposto di farmi emigrare dietro il corrispettivo di lire cento, che gli consegnai e che lo stesso Toscano mi aveva dato quella lettera diretta a Chiasso a certo Oscar Schenker

– E perché avete nominato Toscano?

Se nominai Toscano come chi mi aveva fatto emigrare clandestinamente, avvenne per rispondere al Delegato che voleva con insistenza conoscere il nome di colui che mi aveva scritto la lettera. Aggiungo di conoscere appena per vista Pasquale Toscano e manco da Rose da due anni e da quella epoca non ho visto costui

– Sicuro non sai chi sarebbe questo sconosciuto?

Non sono in grado, come dissi, di indicare il nome dell’individuo che vidi a Cosenza, né so di quale paese sia

– Gli hai dato denaro?

Non diedi alcun compenso

Ovviamente gli altri due confermano questa versione, che non convince assolutamente gli inquirenti e Oscar Schenker e Pasquale Toscano, al quale viene sospesa la licenza di sub agente di emigrazione, finiscono per essere denunciati per violazione della legge sull’emigrazione del 30 dicembre 1888, N. 5886, nonostante le indagini condotte dai Carabinieri della stazione di Luzzi attestino che “non si è potuto stabilire se veramente il Toscano Pasquale abbia fatto partire, onde emigrare clandestinamente per l’estero i noti Scorza Emiddio, Rende Antonio e Greco Gennaro, però risulta in modo positivo che i medesimi partirono colla mediazione di una persona che supponesi tuttora sia precisamente il Toscano medesimo”.

E Pasquale Toscano si difende negando tutto: non conosce i tre, non sa chi sia Oscar Schenker, non ha mandato fichi a nessuno e, soprattutto, non ha scritto la lettera. In questo frattempo viene esibita una missiva di Schenker, datata 20 gennaio 1893, nella quale sono contenute le istruzioni per emigrare, tutte perfettamente osservanti le disposizioni di legge. E questo potrebbe cambiare le carte in tavola, almeno per lo svizzero.

Pasquale Toscano non è credibile nemmeno per il Pubblico Ministero, che ne chiede il rinvio a giudizio, mentre riconosce che Oscar Schenker non può dirsi responsabile giacché dalla stessa lettera alligata in atti emerge che nulla di clandestino intende praticare in ordine ad emigrazioni, curando soltanto il trasporto de’ passeggeri, dai quali, richiedendo un certificato del sindaco che comprovi avere l’emigrante un parente in America, è evidente che nulla di doloso ha organizzato in questo suo commercio e ne chiede il proscioglimento.

Il Giudice Istruttore accoglie la richiesta nei confronti di Oscar Schenker e nei confronti di Pasquale Toscano argomenta: dalla istruttoria già espletata non si sono raccolti elementi tali da poter affermare con piena coscienza la reità dell’imputato e nel dubbio non può ritenersi responsabile del fatto delittuoso che gli si ascrive. In difformità della requisitoria, dichiara non farsi luogo a procedimento penale a carico di Toscano Pasquale per deficienza d’indagini.

È il 26 aprile 1893 e immediatamente Pasquale Toscano fa richiesta per riavere la sua licenza.[1]

Gennaro Greco, Antonio Rende ed Emiddio Scorza per emigrare legalmente dovranno aspettare circa altri sei anni, il tempo che la legge indica per essere liberi dagli obblighi di leva.

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[1] ASCS, processi Penali.