MIO PADRE

– Concè… non sai niente? Ohi chi malanova! – dice Cherubina Malfitano di San Fili a sua cugina Concetta.

– Che devo sapere?

– Mariannella… nostra cugina…

– Che ha fatto? – chiede distrattamente mentre continua a sfaccendare.

– Che ha fatto? È gravida!

E come sarà andata?

– Sarà andata che è stato tuo fratello Pasquale!

Mio fratello? – esclama scoppiando a ridere – mio fratello è un uomo inutile, un compagno di carnevale!

– Cioè?

– Cherubì, hai più di quarant’anni… risbigliati!

– Si, si, ho capito!

– Ma chi ha messo in giro questa calunnia?

– Si dice che sia stato Zio Gaetano… il padre…

Comunque, al di là della risata e della battuta su suo fratello, Concetta è preoccupata per la voce che è stata messa in giro, non fosse altro che suo fratello ha la bellezza di quaranta anni e un deficit cognitivo, Marianna ne ha diciassette e per di più è quasi cieca. Così si rassetta un po’ e corre a casa di sua madre, dove abita anche Pasquale e racconta ciò che si dice in giro.

Sua madre, accompagnata da Pasquale e molto arrabbiata, va a parlare col padre di Marianna, suo cognato. Quando bussano alla porta sono le 8,30 del 26 febbraio 1907.

Gatà, com’è questa storia che Pasquale  mio avrebbe ingravidato Mariannella tua? – attacca subito Carmela Lio. Gaetano svia la domanda e dice:

Dov’è Marianna?

 Allora Carmela la va a cercare e, trovatala, le chiede:

Sei gravida? E perché accusi al povero mio Pasquale?

È stato Pasquale con una sola volta

Ma come accusi quel poveretto? E poi con una sola volta ingravidavi? – protesta Carmela che adesso lancia una vera e propria bomba – è stato tuo padre, dì la verità!

Marianna non risponde e, a tentoni, va in un’altra stanza.

Carmela, sospettando quella atrocità, torna a casa lasciando Pasquale con lo zio. Passa un po’ di tempo e, non vedendo ritornare suo figlio, va di nuovo a casa di Gaetano; da sotto la finestra, sente distintamente Pasquale che si lamenta. In un baleno va a chiamare l’altro suo figlio, Antonio, e, atterrata la porta chiusa, entrano. Pasquale è sotto la presa dello zio che lo colpisce alla testa con un coltello e con un martellino da scalpellino. Concetta e Antonio vedono anche le gocce di sangue che dalla testa di Pasquale cadono a terra . 

Che cos’è? – urla Antonio

Tuo fratello mi ha ammazzato! – urla a sua volta zio Gaetano cercando di ribaltare la situazione e molla la presa. Pasquale ne approfitta e scappa.

Le ferite non sono gravi e il medico dice che in un paio di settimane Pasquale si rimetterà completamente. Poi Concetta lo porta dai Carabinieri per sporgere querela.

Il Brigadiere Agostino Abbate va ad arrestare Gaetano Malfitano con l’accusa di tentato omicidio in danno del nipote Pasquale e, dopo un vivace scambio di parole, lo porta dal Pretore per interrogarlo:

– Quando è venuta mia cognata a lamentarsi perché, così diceva, io avrei accusato suo figlio Pasquale di essersi congiunto carnalmente con mia figlia, io le risposi: “Ma questa è la prima volta che ne sento parlare, nulla ne so!” e mandai a chiamare mia figlia. Le dissi: “Dimmi un po’, Marianna, Pasquale ti ha inquietata?”. Marianna, piangendo, rispose: “Si, nel giugno ultimo mi gettò per terra e abusò di me…”. Al sentir ciò io afferrai Pasquale e feci per ammazzarlo. Gridai a mia figlia: “Pigliami il pugnale che lo ammazzo!”. Poi è venuto il Brigadiere per arrestarmi e una donna, mia vicina, amica del Brigadiere perché gli vende oggetti, certa Francesca, la quale a mio credere ha travolto il Brigadiere facendogli credere che io abbia cercato di abusare di mia nuora, di mia figlia Angela prima si fosse maritata e indi di Marianna

Cosa? A questo punto si apre un mondo potenzialmente  raccapricciante e tutto da scoprire. Il Pretore parte all’attacco:

– Ma lo avete fatto? La voce pubblica dice che siete stato voi a ingravidare vostra figlia…

– No! Assolutamente! Non avrei nemmeno potuto perché da dieci anni non posso usare con le donne a causa di una paralisi… fatemi visitare!

– Sicuramente, vi faremo visitare sicuramente…

Poi il Pretore interroga anche Pasquale, denunciato a sua volta dalla cugina Marianna per violenza carnale:

– Signor Pretore – farfuglia imbarazzato – in vita mia non ho mai conosciuto donne… spesso qualcuna per sfottermi mi fa la cirrìata… mi prendono e mi spogliano perché sono inutile

– Farò visitare anche voi…

Marianna modifica la sua dichiarazione e adesso sostiene che Pasquale l’avrebbe ingravidata lei consenziente e che qualche giorno prima le avea donato un ferretto per capelli e un fazzoletto che il cugino avrebbe comprato alla festa di San Vincenzo La Costa, poi, sollecitata, aggiunge:

Io ho detto chiaramente al Brigadiere e per 5 volte che non è stato mio padre ma che è stato Pasquale…

Nonostante la smentita di Marianna, le voci che ad ingravidarla sia stato suo padre si fanno sempre più insistenti, come più insistenti si fanno quelle che Gaetano Malfitano avrebbe abusato anche della sua primogenita Angela e della nuora Maddalena Parise. Così anche le due giovani donne vengono ascoltate dal magistrato:

Quando sposai il mio attuale marito, figlio di Gaetano Malfitano, mio suocero voleva usare meco e mi diceva che come era mio marito era lui. Tre mesi dopo tentò le brame sue dicendomi che se un figlio non me l’avesse fatto fare mio marito, me lo avrebbe fatto fare lui. Infatti, una mattina che mio marito non c’era, volle tentare la prova, ma io lo ributtai sdegnosamente – racconta Maddalena Parise.

Un anno prima che sposassi, mio padre una volta tentò di unirsi meco carnalmente, ma io resistetti ad oltranza… mi promise pure 3000 lire… Poi, sposata, non volli andare a casa di mio padre appunto per questa ragione – ammette la figlia Angela.

E queste parole le due donne le confermano nei confronti a cui vengono sottoposte con Gaetano Malfitano e le cose per lui cominciano a farsi davvero serie, se la perizia a cui sta per essere sottoposto non confermerà la sua impotenza decennale.

Intanto Marianna, visitata, viene giudicata incinta tra il settimo e l’ottavo mese.

Il 6 aprile 1907 il dottor Gaetano De Rose di Rende deposita la perizia medico-legale di 10 pagine sullo stato della funzionalità erettile dei Gaetano Malfitano, concludendo:

È di valida costituzione organica e nessun segno di avvizzimento o di atrofia si rileva nei suoi organi genitali. Pertanto mi onoro presentare il seguente giudizio:

Malfitano Gaetano, di anni 67, non ha alcun segno d’impotenza; onde, florido e di valida costituzione come è, può essere atto al coito e alla fecondazione.

È fritto! È fritto anche perché le testimonianze raccolte sulla impotenza di Pasquale sono tali da rendere inutile la perizia:

– Impossibile…è impotente, tanto che le donne gli mettono fuori il membro.

È notorio che Pasquale dalle donne viene messo in berlina

A questo punto Marianna, che nel frattempo ha partorito, viene pressata dalla sorella e dalla cognata perché si decida, una volta per tutte, a dire tutta la verità. E la verità intanto la dice a loro due, che vanno dal Pretore a riferirla, si vedrà poi se la ragazza confermerà o meno il suo racconto.

Marianna ha confessato com’è andata la faccenda del suo ingravidamento e cioè che essendo stata ubbriacata o meglio, avendo il padre nel giugno passato comprato del vino, ne diede a tutti ed anche a lei e, quindi, se ne ubbriacò. Il padre la mandò a fare una ambasciata e al ritorno non trovò le persone che erano già state nella loro casa e nemmeno la sorella. Fu allora che il padre l’appoggiò contro la sponda del letto, ma essa si dibattette, tanto che cadde per terra e ivi il padre la violentò mettendole una mano sulla bocca. Ha detto che essa dopo ciò se ne scappò, ma il padre la chiamò e le disse: “Per la Madonna del Carmine che è la più vicina, non mi nominare se no ti affogo e poi ti porto per un braccio in cima alla scala e ti ci precipito e dirò che sei morta sola!”. Dopo un po’ di tempo le ha detto: “nomina chiunque vuoi, ma non me!”, ed ecco perché, dice Marianna, accusò Pasquale, persona inutile, non credendo giusto accusare persone buona e valida. Marianna ha altresì confessato che in prosieguo di tempo il padre l’ha posseduta e nella notte lo ha trovato ora in una parte ed ora lo sentiva camminare a terra. Ha detto che non sempre il padre le ha introdotto il membro in vagina, ma ora in una parte del corpo ed ora in un’altra e che lei spesse notti non lo sentiva, ma si trovava bagnata. Ha raccontato che, avendo lei detto al padre che era incinta, il padre le disse, senza nulla spiegarle: “fatti fare qualcosa da qualche persona di età…”. La mattina in cui avvenne l’arresto di mio suocero, questi le diede uno schiaffo perché aveva propalato la cosa

E finalmente, anche se in modo quasi criptico, Marianna si convince e ammette la violenza subita da suo padre e lo querela:

– Una volta mio padre, facendomi provare una maglia, mi aveva toccato le mammelle dicendomi: “Figlia, ti sei fatta grassa di petto!”. Lo raccontai a mia zia la quale mi avvertiva di guardarmi da mio padre e io le dissi: “Se mio padre mi farà qualche cosa io lo farò fucilare!”. Nel giugno dell’estate passata mi ubbriacai e quella notte credo che mio padre abbia abusato carnalmente di me, ma io non me ne sono accorta… la mattina mi sono vista insanguinata… una sola volta mio padre ha abusato di me

– Quindi tuo cugino Pasquale non ti ha mai toccata…

Veramente Pasquale nulla mai mi ha fatto… piuttosto abbiamo tra di noi di queste cose chiacchierato

– Quante volte tuo padre si è coricato con te?

Una sola volta, eppure sono ingravidata… ciò è segno che Iddio mi ha voluto punire

Non ammette niente altro, ma dopo una ventina di giorni, davanti al Pretore, conferma parola per parola il racconto che aveva fatto a sua sorella Angela e a sua cognata. Poi conferma tutto anche nel confronto, drammatico, con suo padre:

Si, o padre, mi avete violentata e più di una volta

 – Tu vai all’inferno per questo!

Io non ci vado all’inferno perché ho detto la verità… non vi ricordate che dopo che mi violentaste, mi diceste: “Per la Madonna del Carmine qui vicino, se tu parli io ti ammazzo, ti getto per le scale e dirò che sei morta da sola!”

Può bastare per dichiarare chiusa l’istruttoria. L’8 ottobre 1907 la Sezione d’Accusa rinvia Gaetano Malfitano al giudizio della Corte d’Assise di Cosenza per rispondere dei reati di violenza carnale in persona della propria figlia e lesioni personali volontarie in persona di Pasquale Malfitano.

Il 10 marzo 1908 inizia il dibattimento, che dura quattro udienze. Il 13 marzo successivo, la Corte, con 7 voti a favore e 5 contrari, emette la sentenza: Gaetano Malfitano, scalpellino d’anni 67 da San Fili, è responsabile dei reati di violenta congiunzione carnale in persona di sua figlia Marianna con abuso di autorità, nonché di lesioni prodotte con arma e viene condannato a 8 anni e 4 mesi di reclusione, più pene accessorie.

Un anno dopo, il 16 marzo 1909, la Suprema Corte di Cassazione rigetta il ricorso dell’imputato e la pena è definitiva.[1]


[1] ASCS, Processi Penali.

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