GLI SPIRITI MALIGNI

Anna Franchetti ha 32 anni e da quando, neonata, la trovarono abbandonata a San Fili è stata allevata come una vera figlia nella famiglia di Benedetto Bianco, detto il castratore di maiali, in contrada Salineto di Cetraro.
Nei primi giorni di febbraio del 1938 Benedetto, ormai anziano, si ammala ma i medici consultati non riescono a formulare una diagnosi precisa. Le cure non fanno effetto, l’uomo peggiora giorno dopo giorno e comincia ad agitarsi come un pazzo.
Tena li spiriti maligni – le dicono i vicini.
– Ohi Madonna mia! E che devo fare? – chiede, preoccupata, Anna.
– Chiama a Tempesta che li caccia – le rispondono.
Tempesta è il soprannome con cui viene chiamato il settantunenne contadino Francesco Capua, famoso per i suoi esorcismi. “Questa è l’ultima possibilità” pensa Anna che, il 12 febbraio, lo manda a chiamare.
– Domani ci vado, mi facesse trovare cento lire e una bottiglia di vino – le manda a dire Tempesta – e dille che se non chiama me, Benedetto camperà fino al giorno 3 agosto e quindi morirà!
Anna fa i salti mortali per raggranellare la somma e non appena l’esorcista entra in casa gliela consegna. Adesso Tempesta può concentrarsi e dopo un po’ dice:
Il 3 agosto è stato ucciso un giovinotto forestiero e il giorno 18 successivo lo spirito dell’ucciso si è presentato a Benedetto… io lo posso cacciare e nel termine di venti giorni lo farò tornare al suo mestiere! – Anna è stupefatta e lo ascolta a bocca aperta facendo segno di si col capo, poi Tempesta le dice di portargli una tazzina da caffè vuota, si siede al tavolino, si fa più volte la croce, sbadiglia, fa delle mosse estranee, prende dalla tasca una bottiglietta che contiene del liquido, lo versa nella tazzina e quindi, rivolto ad Anna, dice – rompi la tazzina e non prendere più caffè nella stessa!
Anna, impressionata ma speranzosa, esegue. Poi Tempesta continua:
– Ora ti dico che cosa devi fare: prendi una gallina nera senza una penna bianca, uccidila, prendi la carne e le penne e mettile dentro le calze di Benedetto; alle 12 di mezzanotte precise devi buttarle nel fiume. Le ossa devi farle bollire alle ore 11 di notte e dai il brodo all’ammalato, tenendo presente che l’ultima tazza devi dargliela quando sarà giunta a casa la persona che era andata a buttare nel fiume la carne e le penne. Se senti rumore di pietre o catene non avere paura – Anna fa segno di si col capo mentre Tempesta si rialza e le dà le ultime istruzioni -. Venerdì prossimo devi portarmi a casa un agnello casereccio di due mesi ed una calza del malato perché devo fare le stesse funzioni che farai tu con la gallina
Anna esegue tutto alla lettera e dopo otto giorni va a casa dell’esorcista, ma l’agnello non lo ha trovato. Tempesta storce il muso e trova una soluzione alternativa: gli portasse £ 140,50. Poi le consegna una bottiglia con dentro un liquido strano per la modica cifra di £ 12,50 e le dice:
– Devi dargliene un bicchierino la mattina. Adesso vai a comprare mezzo litro di spirito canforato: metà lo prendi tu e fai delle strofinazioni all’ammalato, l’altra metà lo lasci a me. Ah! Dopo le strofinazioni il malato lo devi tenere ignudo, avvolto in coperte e con mattoni caldi ai piedi, altre £ 80. In ultimo, comprami diciannove cartucce per rivoltella calibro 9 perché devo spararle mercoledì a notte.
Anche questa volta Anna esegue, o almeno ci prova perché al botteghino di cartucce ne hanno solo sette.
– Pazienza… ma ti raccomando di non fare parola con nessuno di quello che ti ho detto altrimenti a Benedetto farò una magarìa e non lo farò più alzare dal letto!
Adesso Anna, più che speranzosa, è terrorizzata da questa terribile minaccia e comincia finalmente a ragionare. Tempesta è un imbroglione. Con questa idea in testa va subito dai Carabinieri a raccontare tutto.
– Questa si chiama truffa – sbotta il Maresciallo Vincenzo Varano – ci penso io, state tranquilla.
Varano fa qualche indagine e la storia raccontata da Anna è confermata dai vicini di casa, così va a fare una visitina in contrada Papurso di Guardia Piemontese Terme dove abita Francesco Capua, sedicente esperto in medicinali erbacei e fattucchiere.
– Effettivamente sono venute due persone a dirmi che a Salineto si era ammalato il castratore di maiali e pregarmi di andarlo a vedere, siccome sono uomo anziano. Io vi andai e gli dissi che forse si trattava di spiriti perché non aveva febbre e quindi gli dissi che stessero tranquilli perché non aveva niente. Ci siamo bevuti una bottiglia di vino e l’ammalato si è bevuto due bicchieri di vino e due uova. A me, per la visita, non mi hanno dato nessun compenso.
Tempesta… andiamo… ci sono i testimoni!
– Soldi non me ne hanno dati! – insiste.
– E le dodici lire e mezzo per la bottiglia?
– La bottiglia… si… gli preparai una bottiglia di eucalipto e venne la figliastra a prenderla e mi portò in regalo quindici uova, ma io non li volevo e in ricambio gli diedi un cesto di patate
– E lo spirito canforato? E le cartucce?
– Non mi ha dato né cartucce e né spirito canforato.
– Che mi dite del biglietto con la richiesta di denaro? – Tempesta ora è in difficoltà.
È vero che feci scrivere un biglietto chiedendogli del denaro, ma non ricordo la somma che ho chiesto in compenso del viaggio a casa dell’ammalato, però non mi hanno mandato il denaro chiesto, né li ho veduti più
Varano torna in caserma e scrive il verbale: Riteniamo superfluo soffermarci sulla figura del Capua perché è fin troppo conosciuto. Da parecchi anni dà consigli e pratica cure come se fosse un laureato in medicina, tanto che i suoi concittadini lo chiamano Tempesta perché, secondo essi, avrebbe il potere di tempestare gli spiriti maligni. Pertanto lo deferiamo al potere giudiziario. Francesco Capua finisce dietro le sbarre e molte persone cominciano a testimoniare contro di lui. Arriva anche una lettera anonima che descrive il clima di terrore che la gente di Cetraro e dintorni ha vissuto per anni:
Ilustrisimo Signor Preture 
Siamo dei poveri condadini e metiamo a conoscenza di vosignoria in appreso Capua Francesco deto Tempesta di Guardia ci à sembre spagnato e mai abiamo poduto parlare. Ma ora che è in mano alla lege bisogna chietere giustizia
À sembre fatto magarie e vosignoria può chietere notisie a maria Antonucci chiamata per ingiuria Donna Nora che abita al Bosco. Il suo maritu era andado in Ameriga e mandava soldi come pietre. Tempesta la consigliada di mettere nu negozio a Guardia, ogni domenica lui andava ed incasava i soldi e dopo pogo tempo la fata (l’ha fatta. Nda) ricogliere con 10 milalire di perdita. In casa di essa faceva da padrone e si prendeva quelo che ci piageva, come un vestito nuovo ed altri ogetti perché Maria fageva fare tuto per paura delle magarie. Se non fegeva quello che lui voleva ce diceva che podeva farci morire.
Si è andato anche a vantare che à guarito anche il signor Maresciallo che non podeva urinare e lui con una medicina ci e riuscito. À fatto sembre stragie e ad un mio parente la fatu crepare di dolore. Ci à fattu cambiare na casa vicino ad Intavolata, cioè gliela fatta fabricare, il poveretto aveva fiducia e consegnava a lui i denari. Dopo quando e stata finita Tempesta voleva ancora 5 milalire e sicume il mio parente non glieli vuole dare perché glieli aveva dati mano mano ed allora per vendicarsi chiamò la sua mogliera e gli dise che il suo marido si teneva la sua figlia, senza che fosse verità. Ci è stada nela casa una ribilione e il marido dal dispiacere morì.
A noi poveri condadini ci à sembre spagnati e ci à spellati bene e noi si fageva fare per pagura dele magarie.
Alla vostra giustizia lo afidiamo
Uno per tutti
18 aprile 1938
La mogliera di quelo che à fatto la casa a Intavolata si chiama Saulo Carmela chiamata per ingiuria Carmela Pansetta e sta di casa a Caparuva.
Tempesta viene rinviato a giudizio per truffa e l’8 novembre 1938 la Corte d’Assise di Cosenza lo ritiene colpevole, esclusa l’aggravante di aver ingenerato nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario, e lo condanna a 5 mesi di reclusione e 500 lire di ammenda.
Sia il ricorso in Appello che il ricorso per Cassazione verranno rigettati.[1]

 

[1] ASCS, Processi Penali.

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