AMORE IMPOSSIBILE di Cinzia Altomare

I fratelli Gaetano e Tommaso Fezza, che portano il titolo di Magnifici, nel pomeriggio di  domenica 6 luglio 1777 passano sotto la casa del notaio Stumpo a Rogliano e, vistolo affacciato al balcone, lo riveriscono e gli chiedono se vuole andare con loro a caccia di starne in contrada Ferzeta, perché ce ne sono in gran quantità.
– Verrei volentieri con voi come al solito, se non avessi ospiti mio fratello Luigino e don Michele Zumpano.
– Sarà per la prossima volta – gli rispondono i fratelli Fezza con un inchino, reso un po’ problematico dai fucili che hanno a tracolla, poi si rimettono in cammino con i loro tre cani da caccia che li seguono scodinzolando felici.
Un paio di ore dopo, don Ignazio Stumpo e don Michele Zumpano si congedano dal notaio e si incamminano lungo la Via Sottana verso un appezzamento di terra di proprietà di don Michele, dove sono soliti andare in quei giorni per mangiare pistilli. Quello è un posto isolato e non c’è mai nessuno, ma questa volta i due amici sentono delle voci venire dalla parte più in basso della proprietà. Incuriositi, si dirigono verso quel luogo e, stando attenti a non farsi né sentire e né vedere, strisciano per terra verso il limite di un terrapieno che fa da confine con la proprietà di don Giovanni Altomare e si sporgono per vedere chi sta parlando.
La sorpresa li fa restare a bocca aperta: sotto di loro ci sono la Magnifica donna Maria Guglielmini che tiene stretta la mano di Tommaso Fezza tra le sue e Giuseppe Gugliemini con Costanza Bilotta che stanno cercando di convincere donna Maria a lasciare la mano di don Tommaso, ma i due non ne vogliono sapere di lasciarsi. Anzi, don Tommaso prende una fascetta di oro e la mette al dito dell’amata, proprio mentre sta arrivando don Gaetano Fezza con i suoi cani.
Don Gaetano si accorge degli sforzi che Giuseppe e Costanza fanno per separare i due amanti e della strenua resistenza di questi per non farsi separare.
È infuriato, non aveva raccomandato altro al fratello che di non vedere più donna Maria perché è sposata, come è sposato lui. Si lancia nella mischia spingendo a destra e a manca, lanciando terribili minacce all’indirizzo del fratello e anche un paio di schiaffi, finché non riesce a separarli.
– Cammina a casa, disgraziato! – gli ordina Gaetano spingendo il fratello davanti a sè.
Tommaso sbuffa ma ubbidisce al fratello e si incamminano insieme Rogliano, con le lacrime che gli rigano il volto, mentre Costanza e Giuseppe hanno ancora il loro bel da fare per tenere a bada donna Maria, che strilla e si dibatte come un’indemoniata.
Tomaso mio dove mi lasci io voglio venire con tia – urla, piangendo, in direzione dell’amato che si allontana inesorabilmente.
A donna Maria resta al dito la fascetta di oro come simbolo d’amore. Ma i due amanti, loro malgrado, dovranno farsene una ragione: il loro è un amore impossibile per la società.[1]

Tutti i diritti riservati. ©Cinzia Altomare

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