Sono passati due anni e otto mesi da quando Peppe Musolino tentò due estorsioni in provincia di Cosenza[1], prima di essere catturato e assicurato definitivamente alla Giustizia. Il 18 maggio 1903, quando mancano quattro giorni all’inizio del processo in Corte d’Assise a carico di Musolino e Francesco Lupinacci, ritenuto suo complice, sei consiglieri comunali del Comune di Luzzi, uno dei paesi in cui il bandito si fece notare, scrivono al Procuratore del re per denunciare il loro Sindaco, accusato di essere stato in combutta con Musolino e Lupinacci
Luzzi 18 maggio 1903
Gentelissimo Signore
Noi verremo a farvi sapere questo fatto e da tanto succeso, in questo paese alla vostra Signoria e autorita per fare a noi diritto e giustizia giusto la legi che, viene da voi amministrato con giustizia e zelo. Noi tutti del consiglio ti facciamo conoscere con verità siccome si deve il giorno 22 del corrente mese trattare in questo tribunale la cavosa di Francesco Lupinacci come vicile e mano tegole delli famigierato e teribille, Giuseppe Mosolino che molte anni a inbestato la nostra Italia che veniva condotto e quasi mangiavano e dormivano insieme e bevevono al sopra detto Lupinaccio l autore di tutto questo male, era diretto dal nostro Sindaco Michele Falcone chè il Falcono lo metteva a casa al Misolino nel carnevale lo fece nella casa del sindaco come puro il natale e che il Lupinaccio le serviva dibbasciatore, al sindaco e quinde erano collegate tutti tre insieme, perche il sindaco avendo a quistato questa corispondeza e amicizia, per fare uccidere, certe sui finde amice che aveva il Falcono certi inimicizia private per afari di aministrazione, infi lui vorebe dominare, da tutto con fare prepotenza e vuole che tutto il popolo fosse da lui capitanato come era nel borbone sottomittiamo al vostra Signoria e ala leggi di dare scopo a questa nostra suplica che anche il Falcone si metta puro in questo processo.
Perche lui era amico stretto del Misolino e del Lupinaccio le diede al Misolino Lire 200 per fare uccidere alcuni intividovo inssoma erano come una spalla anzi vi sono tre o quattro testimone che noi linti cheremo il nome come besano che gli aveva dato le lire 200 si diceva in cabagna che cerano molti conta dine nelle lavoro Giuseppe Damico aliassi Pagano vi erano il avoratore Agilo Cosenza fu saverio Rosario fasuolo di Fidele e Francesco Bruno aliassi Papochione, tutti questi travagliavano insiemo e si raccondavano questo fatto e si meravigliavano di questo fatto teribile che il sindaco aveva amicizia stretta coi brigante e che li donava del denaro e di vivere lui con questi mezi vorebbe che tutto Luzzi stesse sotto la sua servitu e duminio come erano nei tembi passate quinde preghiamo la vostra Signoria secondo le leggi etogale (e uguale, nda) dovebre essere incleminato e complicato alla con dana che vera data a Francesco Lupinaccio come conpice tutti tre di asasinie che volevano fare nei dire la gente da Giuseppe Misolino sene servivano come un uomo valoroso e grande per lasasinio elibanita (infamità nda) noi tutte speriamo di fare fare di vostra Signoria giustizia immediata secondo le leggi che chiede la giustizia vostra suplicando
Francesco Russo fu Girolamo
Gaitano dima fu Domenico
Luigi pisciotta di Francesco
Alfonso Leone
Gennaro Alfano
Tutti consigliere e anche Filippo Pugliese
Obiettivamente sembra troppo poco, accuse troppo vaghe e che vorrebbero la presenza di Musolino ben prima di quanto accertato processualmente. Accuse che, volendo essere un po’ severi, potrebbero configuarsi come calunnia e, ovviamente, tutto si risolve in una bolla di sapone…[2]
[1] Le vicende delle due tentate estorsioni sono contenute nella storia IO SONO IL BRIGANTE MUSOLINO (clicca per leggere)
[2] ASCS, Processi Penali.
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