
Summerfield, Essex, Gran Bretagna, 1943.
La famiglia Brown viveva in una casa apparentemente normale: Archibald, 47 anni, la moglie Doris e i due figli, Eric, 24 anni, e Colin, 21.
Dietro le mura domestiche, però, la realtà era ben diversa. Archibald, rimasto paralizzato alle gambe dopo un vecchio incidente, si muoveva su una sedia a rotelle imbottita di cuscini di velluto, ma la sua disabilità non aveva scalfito la sua autorità. Al contrario, in casa era un vero despota, inflessibile con la moglie e soprattutto con il primogenito Eric, da sempre bersaglio di umiliazioni e violenze.
Venerdì 23 luglio, alle 13:45, come ogni pomeriggio, l’infermiera di famiglia, Doris Irene Mitchell, andò nel rifugio antiaereo in cantina per prendere la sedia a rotelle di Archibald. Trovò però la porta chiusa dall’interno. Perplessa, chiamò Mrs Brown, e proprio in quel momento videro Eric uscire dal rifugio, visibilmente irritato e sfuggente. Le due donne, senza fare domande, presero la sedia, aiutarono Archibald a sistemarsi e gli coprirono le gambe con un plaid, prima di iniziare la consueta passeggiata.
Dopo circa un chilometro, Archibald si mosse leggermente per cercare una sigaretta in tasca. L’infermiera si fermò per accendergliela e poi tornò dietro la carrozzina, pronta a spingerla di nuovo. Fece appena pochi passi quando un boato squarciò l’aria. Una violenta esplosione proiettò entrambi a terra: Miss Mitchell rimase gravemente ferita alle gambe, mentre di Archibald e della carrozzina non rimase quasi nulla.
Quando la polizia arrivò, trovò brandelli del corpo sparsi lungo la strada, sugli alberi e persino nei giardini vicini.
All’inizio si pensò a un attacco nemico, ma gli investigatori capirono presto che non si trattava di guerra: l’esplosione era stata causata da una granata Hawkins, una mina anticarro britannica che si attivava rompendo una piccola ampolla di vetro piena di acido. Secondo i periti, l’ordigno era stato collocato sotto il cuscino della carrozzina.
L’inchiesta per omicidio prese subito una direzione precisa.
Mrs Brown, interrogata a lungo, dipinse un quadro inquietante della vita in famiglia: Archibald non solo era un uomo autoritario, ma controllava la moglie in ogni minimo dettaglio, arrivando a vietarle di andare a trovare la madre nella vicina Rochford. Era capace di suonare un campanello per richiamarla anche solo perché un fiore era fuori posto in un vaso. Eric, nel frattempo, cresceva in un clima di violenze e umiliazioni costanti. Negli ultimi mesi, raccontò Doris, l’atteggiamento del marito era peggiorato, diventando sempre più ostile. Eric, invece, aveva stretto un rapporto di fiducia con l’infermiera Mitchell, trovando sollievo nelle passeggiate quotidiane.
Durante l’interrogatorio, Miss Mitchell rivelò un dettaglio cruciale: quella stessa mattina Eric, in licenza dal servizio militare, era stato visto più volte entrare e uscire dal rifugio antiaereo, dove veniva custodita la carrozzina. Le indagini si concentrarono così su di lui.
Gli investigatori scoprirono che Eric aveva frequentato corsi sull’uso delle granate Hawkins e, grazie al suo arruolamento nell’esercito britannico, aveva accesso a un deposito di armi a Spilsby, proprio dove erano conservati ordigni di quel tipo.
Messo alle strette, Eric Brown confessò e spiegò che il suo gesto era stato la drammatica conseguenza di anni di abusi e maltrattamenti subiti sia da lui sia da sua madre:
– Mio padre adesso ha finito di soffrire. Spero che mia madre possa finalmente vivere una vita più normale e felice.
Il 21 settembre 1943 Eric venne rinviato a giudizio presso la Corte d’Assise dell’Essex.
Il processo si aprì il 4 novembre, nella Shire Hall di Chelmsford. Dopo aver ascoltato testimoni ed esperti, la giuria lo dichiarò colpevole, ma riconobbe anche che non era sano di mente al momento del delitto.
Eric fu internato in un ospedale psichiatrico, dove rimase per oltre trent’anni. Venne rilasciato nel 1975, chiudendo così uno dei casi di omicidio più scioccanti della storia dell’Essex.