È il 5 agosto 1936 quando il Maresciallo Ludovico Tallarico Marsira, comandante la stazione dei Carabinieri di Fagnano Castello, dopo aver letto il biglietto inviatogli dalla Guardia Campestre Luigi Gliosci, rigira tra le mani il pezzo di carta e poi lo legge di nuovo:
Il fatto è vero perché ce un certo Storino Francesco, nipote di Occhiuzzi Giovanni, che dice che il Serra Gaetano disse alla figlia Virginia, che non voleva stare dentro un campo di granturco, “o ti fermi o con questo bastone ti rompo una gamba”, ed allora la afferrò e, avendola messa sotto, si sono messi a compiere l’opera, tanto è vero che il ragazzo Occhiuzzi proibì ad una sua sorellina, che la mamma aveva comandato di scendere verso quella contrada, di andare per non assistere a detto scantolo. Sia l’Occhiuzzi che il Storino verranno domani perché oggi non si trovano in residenza.
Con osservanza lo saluto, Gliosci.
Una violenza carnale commessa in luogo pubblico ed esposto al pubblico.
La mattina dopo i due testimoni indicati da Gliosci si presentano in caserma ed il dodicenne Francesco Storino racconta la scena a cui ha assistito:
– Nei primi del mese di luglio mi trovavo in contrada Giardino per zappare il mio orto, quando a poca distanza da me vidi Gaetano Serra, che tutto infuriato, diceva così a sua figlia “o ti fermi o con questo bastone ti rompo una gamba”. Dopo di che afferrò sua figlia e la condusse in un campo di granone, le alzò le vesti e la possedette. Faccio presente che stamane, prima che mi portassi in caserma, fui avvicinato da Virginia Serra la quale, tutta preoccupata, mi disse così “Stai attento, dì al Maresciallo che non è vero, caso contrario te la faccio pagare!”.
Giovanni Occhiuzzi, lo zio di Francesco, conferma di avere appreso il fatto dal nipote così come lo ha appena raccontato ed il Maresciallo, davanti alla minaccia che Virginia avrebbe fatto al ragazzino, si convince che non si è trattato di violenza carnale, bensì di incesto. Ma bisogna indagare a fondo perché la cosa è molto seria, quindi il Maresciallo va a fare un giro a Ioggi, la frazione dove abitano i Serra, per acquisire altre informazioni ed eventuali conferme e accerta che quasi tutti quei cittadini sono a conoscenza della relazione incestuosa, tanto da determinare pubblico scandalo. Non solo. La relazione andrebbe avanti da circa sei mesi e Virginia è visibilmente incinta. È venuto il momento di convocare in caserma padre e figlia e sentire cosa hanno da dire.
Gaetano Serra, 54 anni, contadino, prima di sedersi davanti al Sottufficiale viene perquisito e gli viene trovato addosso un coltello di genere vietato, che viene sequestrato, e per lui scatta la denuncia per porto abusivo di arma da punta e taglio. Poi si siede e nega tutto:
– Abito in una casa composta da una sola stanza ed in questa dormo io, mia figlia Virginia e mio figlio Mario. Vi sono due lettini, in uno dormiamo io e Mario, nell’altro Virginia.
– La ragazza si è coricata con voi spesso? – azzarda il Maresciallo.
– Per due sere di seguito mia figlia ha dormito con me nel mio letto, però posso giurare che non l’ho mai toccata!
– Però vostra figlia è incinta…
– Mia figlia, effettivamente, è incinta di cinque mesi, però ignoro chi l’abbia resa tale…
– In paese tutti sanno della vostra tresca, confessate.
– Non l’ho mai posseduta.
Virginia, 26 anni, è altrettanto categorica nel negare, ma qualcosa sembra non quadrare:
– Sono incinta di cinque mesi e non conosco chi sia stato il mio seduttore…
– Cosa? E come è possibile una cosa del genere?
– Nel mese di marzo, in aperta campagna in territorio di San Marco Argentano, un individuo che non so di dove sia, a viva forza mi possedette. Dopo circa otto giorni, nella stessa località, lo stesso sconosciuto mi possedette nuovamente e rimasi incinta…
– Va bene. Diciamo che non lo conosci, ma lo hai visto bene per due volte e devi saperlo descrivere. Era alto o basso? Bruno o biondo? Magro o grasso?
– Non lo conosco affatto, né posso dire se era alto, se era basso, se era bruno o se era biondo. Nessuna indicazione posso dare sul mio seduttore!
– Cambiamo argomento. Come è la casa in cui abitate? Ti sei mai coricata con tuo padre?
– Abitiamo in una sola stanza e qualche sera ho dormito con mio padre perché ero febbricitante e durante la notte, appena mi cessava la febbre, ritornavo al mio lettino. Quando avevo la febbre io dormivo al posto di mio fratello e mio fratello al posto mio.
– La verità è che tuo padre ti ha sedotta e messa incinta!
– Non è vero che mio padre mi ha sedotta, né resa incinta!
– Magari tuo padre era ubriaco ed è stato per questo che…
– Mio padre è dedito al vino ed io qualche volta gli ho fatto compagnia a bere qualche bicchiere…
– E magari eravate ubriachi tutti e due! Ma dimmi, tuo fratello dorme sempre a casa?
– Solamente qualche sera non dormiva a casa…
– E tu lavori sempre con tuo padre o qualche volta vai in campagna da sola? – è una domanda a trabocchetto e Virginia ci casca.
– Lavoro sempre con mio padre.
– Bene. Quindi sei andata a lavorare con lui anche in contrada Comunello…
– Moltissime volte mi sono recata in contrada Comunello per ragioni di lavoro…
– Con tuo padre, ovviamente. Quando eravate in contrada Comunello tuo padre ti ha posseduta, vero?
– Diverse volte mi sono accompagnata con mio padre in contrada Comunello, però non ho ricevuto mai alcuno sgarbo.
– Quando la sera andate a dormire, chi va per primo?
– Va prima mio padre e poi io.
Sì, qualche contraddizione, ma ci vuole dell’altro per imbastire un processo con l’accusa di incesto ed è il caso di sentire il figlio minore di Gaetano Serra, il quindicenne Mario:
– La mia famiglia è composta da mio padre, mia sorella Virginia ed io. Mia madre, invece, è divisa da mio padre per ragioni di famiglia. Abitiamo a Ioggi in una sola stanza, dove vi è un letto ed un lettino. Nel lettino dorme mia sorella, mentre nel letto grande io e mio padre.
– Bene. Tua sorella si è coricata qualche volta con tuo padre?
– Ricordo che nel mese di marzo spesse sere, cioè cinque o sei volte, Virginia si è coricata con papà, mentre a me fu imposto di dormire sul lettino di mia sorella. Una volta mio padre mi disse così: “Tua sorella deve dormire con me!”. Tutto ciò io lo confidai prima a mia madre e poi a mia cognata Peppina… pregai mamma perché mi facesse dormire con lei.
– Tua sorella è incinta, vero? Sai chi è stato?
– Mia sorella è incinta di cinque mesi e tutti i cittadini di Ioggi dicono che fu resa tale da mio padre. Proprio ieri sera Giovanni Occhiuzzi disse a mia madre, in mia presenza, che due ragazzi gli avevano confidato di aver visto mio padre, molto tempo fa, in contrada Comunello, e precisamente in un burrone, nel momento in cui possedeva mia sorella. Stamattina, prima di entrare qui, mio padre mi ha detto “Stai attento che questa è la prima samina…”.
– Ma tu, quando tuo padre e tua sorella si coricavano nel letto grande, ti sei accorto se durante la notte facevano qualcosa?
– No, non mi sono mai accorto di niente.
Ancora non ci siamo, ma il Maresciallo intende approfondire i motivi che hanno portato Gaetano Serra e sua moglie, la cinquantenne Teresina Aceto, a separarsi:
– Sono la seconda moglie di Gaetano Serra e mi sono divisa con questi bonariamente circa sette anni fa perché mi faceva soffrire la fame e perché continuamente voleva congiungersi carnalmente. Da circa tre mesi sono venuta a conoscenza che la mia figliastra Virginia è incinta e quasi tutti a Ioggi mi confidavano che è stato il padre, che è mio marito…
– Vostro figlio Mario vi ha detto qualcosa in proposito?
– Sì, mi disse che voleva dormire con me in quanto aveva visto che il padre dormiva quasi ogni sera assieme alla sorella Virginia. Di questa cosa me ne ha riferito Giovanni Occhiuzzi, dicendomi che due ragazzi gli avevano riferito di aver visto mio marito che si congiungeva carnalmente con la figlia.
Per il Maresciallo Tallarico Marsira, sebbene non ci sia la prova certa e sicura di una relazione incestuosa, gli elementi acquisiti bastano a tirare le somme e scrive: il ragazzo, più volte per l’imposizione del padre, ha dovuto dormire nel lettino della sorella, mentre questa ha dovuto dormire nel letto del padre. È chiaro, quindi, come la relazione incestuosa avveniva senza alcun pregiudizio. Le prove raccolte, la dichiarazione della Virginia, che non ha saputo dire chi l’abbia sedotta e chi l’abbia resa incinta e la dichiarazione così chiara del ragazzo Storino forniscono tutti gli elementi necessari per la responsabilità così grave del Serra Gaetano. Egli si è reso anche responsabile di atti osceni in quanto possedette la figlia in una aperta campagna esposta al pubblico. Pertanto abbiamo dichiarato in arresto il Serra.
Evidentemente il Maresciallo fa un po’ di confusione tra violenza sessuale e incesto ed è un problema serio che dovrà affrontare il Pretore di San Marco Argentano, competente per territorio.
Gaetano Serra, interrogato dal Magistrato conferma di non aver mai toccato sua figlia, ma intanto il Maresciallo, certamente edotto della gaffe commessa, si premura di stilare con urgenza un nuovo verbale:
A seguito del verbale N. 59 del 9 andante inerente l’arresto di Serra Gaetano per il reato di incesto commesso in persona della propria figlia Virginia, procediamo ugualmente alla denunzia di questa, in quanto da successive indagini esperite è risultata chiara e lampante la relazione incestuosa che da tempo manteneva col padre. Anzi, è risultato che spesso detta relazione era pretesa e coltivata dalla stessa Virginia, con larghezza di consenso.
Quali siano, però, gli elementi che dimostrano chiara e lampante la relazione incestuosa, non è dato sapere, ma è solo un dettaglio insignificante perché la cosa che interessa di più, secondo le ferree direttive del regime, è mettere a tacere le voci che girano incontrollate e dimostrare che la morale viene protetta sempre.
Gaetano Serra e sua figlia Virginia vengono rinviati al giudizio del Tribunale Penale di Cosenza e la causa si discute per direttissima il 12 novembre 1936. Il Collegio Giudicante accoglie in pieno la tesi dell’accusa e i due vengono condannati. Gaetano Serra ad anni 2 e mesi 6 per il delitto di relazione incestuosa, a mesi 3 di reclusione per il delitto di atti osceni e a giorni 15 di arresto per il porto abusivo di coltello. Virginia ad anni 2 di reclusione per la relazione incestuosa e a mesi 3 di reclusione per gli atti osceni. Per entrambi le spese e le pene accessorie.
Il primo aprile 1937, la Corte d’Appello di Catanzaro, in parziale riforma della sentenza di primo grado, dichiara non doversi procedere contro gli imputati perché estinto il reato di atti osceni. Inoltre viene cancellato, per Gaetano Serra, anche il reato di porto abusivo di coltello perché rientra nell’ultimo decreto di amnistia N. 77 del 15 febbraio 1937.[1]
[1] ASCS, Processi Penali.