Egreggio Signor Pretore
olonore di comunicarvi chè Lasignora Rosina Telarico sopra intominata Rosina Scammata sitrova nella carriera del dissonore ccioè sitrova gravida percui si prega la signoria sua dipigliare provedimenti la quale da casa manca dal giorno 23 corrente è per sua compagnia tiene il Signor Scigliano Salvatore e loraccomanto perche lafatto parecchie volte franche e spero che cuesta volta non la farà franco
il Vice Pretore di Rose posa sulla scrivania la lettera anonima e rigira tra le mani la busta nella quale era contenuta. La data del timbro è quella del giorno prima, 24 aprile 1919 ed è stata spedita dall’Ufficio Postale di Rose. Che farne?
Sono giorni tranquilli nel Mandamento di Rose e il Vice Pretore Annunziato De Marco decide di trasmettere la lettera ai Carabinieri per avere qualcosa da fare. E i Carabinieri convocano subito in caserma Rosina la Scammata.
– Si, sono incinta da quattro o cinque mesi – ammette – e il padre non è certo mio marito che è emigrato da ormai una decina di anni Allamerica.
– E chi sarebbe il padre? – le chiede il Brigadiere Cervellera.
– Si chiama Salvatore Scigliano…
– Bene, lo rintracceremo… intanto ti diffido che in caso di procurato aborto o di tentato aborto sarai denunciata all’Autorità competente. E ti diffido pure, una volta nata la creatura, di venire qui in caserma a rivelarne il sesso e il nome sia che lo tieni con te o che lo porti al brefotrofio.
– Va bene comandante, ma alla natura non si comanda… andrà secondo la volontà di Dio… – gli risponde la donna che se ne torna a casa.
Non passa nemmeno una settimana che in caserma si presenta la levatrice comunale, Giovannina Cascia la quale rivela al Brigadiere Cervellera:
– Non più di mezz’ora fa sono stata chiamata in casa di una certa Rosina Talarico per assistere a uno sgravio ma invece ho assistito la donna che stava abortendo – Cervellera salta dalla sedia – il feto di una bambina.
Il Brigadiere, congedata la levatrice, convoca immediatamente il dottor Giuseppe Tucci, lo porta a casa di Rosina e la fa sottoporre a visita, non prima di far raccontare alla donna che cosa è successo.
– Ieri sera – racconta Rosina – ho avvertito vampate di calore al viso, dolori alla regione sacro-lombare e alla zona pubica. Man mano questi dolori aumentavano e nello stesso tempo ha cominciato a uscirmi del sangue dalla vagina e questo è durato per tutta la notte. Stamattina i dolori e il sanguinamento sono aumentati e quindi ho fatto chiamare la levatrice per farmi assistere e lei ha detto che c’era un aborto in atto e ha fatto tutte le pratiche necessarie per farmi espellere il feto.
– Avete preso qualche medicinale per abortire? Avete fatto delle manovre abortive? – le chiede il medico.
– Non ho preso niente e non ho fatto niente…
Il dottor Tucci le fa divaricare le gambe e osserva nella vagina la presenza di numerosi grumi mischiati al sangue che fluisce abbondantemente.
– C’è troppo sangue, non riesco a vedere bene se ci sono delle abrasioni sulle pareti dell’utero o qualsiasi altro segno che possa far pensare a un aborto procurato – dice al Brigadiere allargando le braccia sconsolato.
Cervellera sospetta fortemente che ci sia sotto qualcosa di losco e indaga per conoscere i movimenti e le persone incontrate da Rosina nei giorni precedenti l’aborto. Così scopre che il 23 aprile, proprio come ha scritto l’anonimo, si è allontanata dal paese per andare a Cosenza.
– Che ci sei andata a fare a Cosenza? Ti sei fatta dare delle medicine?
– Sono andata a Cosenza per prendere delle medicine… – ammette Rosina che incontra lo sguardo compiaciuto del Brigadiere – delle medicine per mio figlio che è ammalato e per comprare del formaggio… – lo sguardo di Cervellera adesso mostra perplessità.
Dopo un paio di settimane Rosina viene nuovamente sottoposta a perizia medica. Si ritiene sia da escludersi completamente l’uso degli abortivi chimici sia perché di difficile constatazione all’osservatore, sia perché il loro meccanismo di azione sull’utero gravido si esplica quando si è già avuta l’azione tossica generale.
Circa la possibilità di manovre meccaniche praticate localmente, si ritiene anche da escludersi perché, nei due esami, non è risultato alcun segno, nella sfera genitale, esito di dette manovre ed anche perché, questo ci ammostrano illustri autori fra cui il Tardieu, se si fosse trattato di aborto criminoso, questo avrebbe avuto un decorso grave per tumultuosità dei fenomeni settici locali e generali.
A mio giudizio, l’aborto deve imputarsi ad una grave suscettibilità sensitiva della Talarico ed ai traumatismi psichici verificatisi negli ultimi giorni precedenti all’espulsione, come ancora bisogna aggiungere una forma cronica di endometrite del collo che avrà, certo, avuto la sua causa concomitante.
Rosina è innocente e viene prosciolta in istruttoria,[1] l’anonima spia certamente resterà convinta che sia riuscita a farla franca anche questa volta.
Tutti i diritti riservati. ©Francesco Caravetta
Il plagio letterario costituisce reato ai sensi dell’articolo 171 comma 1, lettera a)-bis della legge sul diritto d’autore, che sanziona chiunque metta a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche mediante connessioni di qualsiasi genere, un’opera protetta (o parte di essa).
[1] ASCS, Processi Penali.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.