CARISSIMA SCHIFOSA

Siamo a Cosenza agli inizi del 1901, Giovannina Muto si è fidanzata con Luigi Clausi, calzolaio e affiliato alla malavita. I due si scambiano qualche lettera d’amore, a noi è rimasta questa:

Cosenza 3 febbraio 1901

Amata Giovannina

Mercoledì mi ai detto che mi dovevi parlare ed io son venuto e poi non mi ai potuto parlare perché c’era tua madre e tuo fratello, ma la mattina di appresso son venuto dinuovo e non ti ho potuto vedere ma soltanto ho incontrato tuo fratello che ritornava dai telai che aveva accompagnato a te, vorrei sapere se tua madre a parlato a tuo fratello che noi dobbiamo sposarci, e se ne a parlato a tuo padre se ce ne a parlato per me tengo più piacere perché tuo fratello sta sempre assieme a te, e perciò non ti posso parlare un minuto, come debbo fare? Debbo scriverti sempre per la posta e chi sa se poi le lettere vanno in mano a qualche altro e poi debbono sapere i fatti nostri mi pare che tuo fratello stasse un po disturbato forse non a piacere del nostro matrimonio, una volta mi a domandato perché non avevo voluto a Gatanella Massaro e poi mi diceva che perché non me la sposavo e cercava di scavarmi, e diceva che aveva denaro, ed io l’ho risposto che quella non era cosa per me perché io non sono amante del denaro poi l’o lasciato e me ne sono andato e non le o detto niente del nostro matrimonio perché tua madre non gli aveva parlato perciò io non mi sono spinto a ce ne parlare. State allegramente mia cara Giovannina perché abbiamo incominciato a ricevere i primi auguri di prosito, della famiglia Maruca ed io le o ringraziato ed era prisente tuo fratello, non pensare a qualche uno che ti dice qualche parola perché ci ai alla tua spalla un buono braccio forte e non vengo meno, ti prego che almeno non ti posso vedere il giorno fatte vedere come il solito del sabato. Ne o parlato a quelli di mia casa e sono contenti e quanto prima mando a mio cognato.

Ti saluto e ti stringo la mano e sono il tuo

Amante Luigi Clausi

P.S. Nella prima lettera che mi ai scritto io non potevo sapere chi era che mi scriveva, perché non ti sei firmata come mi sono firmato io

Ma Giovannina lo lascia e si promette in sposa a Ernesto Chiappetta, un onesto fabbro ferraio. Luigi, che si ritiene offeso nell’onore di uomo dell’onorata società, le scrive questa lettera piena di rancore verso tutta la famiglia Muto:

Cosenza 23/5 901

Carissima Schifosa,

Queste erano le promesse che mi facevi, tu e tuo padre e specialmente quella carogna di tua madre. Ogni mattina veniva tua madre e mi frusciava il cazzo e mi diceva lavora e campi a vita? Avete fatto fare due paia di scarpe di un altro calzolaio, forse io non ve le potevo fare? Avevo detto a tuo padre di non fare entrare in casa a Matragrano, e per mio dispetto ce l’ha fatto entrare perché voi andate sempre in cerca dei peggiori Ho saputo che sei fidanzata con un Forgiaro il quale ti para i vanghetti del letto e la maschiatura alla porta; e se non ti farà i vanghetti ti farà la trabacca perché tuo padre non è buono a farteli e nemmeno i tuoi fratelli, specialmente tuo fratello u guappino che colla sua coppola che la porta alla maffia con ciò non fa timore a me.

Quando riceverai questa lettera fanne consapevole ai tuoi fratelli e se qualche sera mi vogliono aspettare io sono sempre a loro disposizione perché di loro non ho avuto mai paura. Io ancora non ero morto e mi hai campiato per un altro, il quale me lo saluterai tanto tanto perché è una carogna come te. non mi dite che sono di mala vita e se faccio qualche cosa ci corperai tu, carogna infame che sei.

P.S. Io vi piscio a tutti e specialmente nella tua fessa

I fratelli di Giovannina, Giuseppe e Domenico, entrambi pericolosi pregiudicati, non affiliati alla mala vita ma considerati dalla Questura come potenzialmente capaci di commettere qualsiasi tipo di reato, vengono a conoscenza della lettera e, inferociti per le offese contenute, affrontano Clausi e lo gonfiano di botte, senza che la malavita intervenga per vendicare l’offesa fatta a uno dei suoi.

Ma luigi ha la testa dura e, non contento delle botte ricevute, scrive anche al nuovo fidanzato di Giovannina…

cosenza, 30/5_01

Carissimo Ernesto,

Vengo con questa mia onde farti sapere, che non ti sei saputo regolarti i passi tuoi perché sei troppo indietro in civiltà. Perché se fossi stato un uomo di società che s’era di famiglia, assai pericolosa ed inquietatori che tutti le persone che abitano nelle rivocati non vogliono averci che fare. Parleremo sul conto del fratello della tua fidanzata, tu lo sai meglio di me che stato in carcere per aver rubato, il padre e stato lo stesso in carcere per la stessa malattia del figlio, ed la notte andava rubando assieme con un altro contadino. Io o saputo che in Agosto vi sposerete. Ti raccomando che la prima sera di pogiari, i piedi al muro perché ci vorrà molta fatica essendo il buco sano 

Ricordati quando fece quella scappata che si presentò ai reali carabinieri. Io sapevo che questo matrimonio si doveva fare con un altro giovane, e sapevo che in Agosto si dovevano sposare, e doppo ho saputo che la devi sposare tu? E meglio che ci lasci stare, e sentirai i consigli di un uomo più grande di te. E vai a mangiare il pane che ai lasciato. Mi faccio maraviglia una sola cosa che quel giovane che doveva sposare la tua fidanzata non se ne sia incaricato affatto. Perché è un giovane che sa tutti i brogli di questa casa.

Non altro a dirti tu sei il Padrone di fare tutto ciò che meglio crede però pensaci bene quel che fai e se mi vuoi conoscere vieni alla cantina di Luigi Giugno

Tuo amico Raffaele [1]

I fratelli Muto lo gonfiano di nuovo e Luigi questa volta, prudentemente, si ritira in buon ordine, così Giovannina ed Ernesto potranno coronare il loro amore.

 

[1] ASCS, Processi Penali. 

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